Chi siamo

L’appropinquarsi del 14° anno di attività culturale de “La casa di Ros” mi costringe quasi a redigere un bilancio su questo lungo lasso di tempo, ricordando con emozione quel lontano 1999, quando per ricordare una persona cara, prematuramente scomparsa decisi di presentare i dipinti di una famosa artista mantovana aprendo la mia casa ad ospiti che forse in una tradizionale galleria non sarebbero, mai entrati.

Da sconsiderato autodidatta, tenuto conto della mia professione di bancario, decisi di costituire l’attuale associazione, che alla stregua di forza misteriosa mi ha spinto ad apprendere le nozioni di base della storia dell’arte e contestualmente mi ha guidato nella frequentazione dei laboratori-studi di molti artisti contemporanei. Mi sono poi avvicinato alla poesia, alla musica ed al teatro, quest’ultima disciplina mi ha talmente coinvolto da stimolare la mia audacia sino ad interpretare brani e riflessioni di mia composizione.

Le esposizioni, le performances si sono susseguite nel corso degli anni contribuendo a trasmettere cultura, e tutto ciò semplicemente senza ampollose ed interminabili oratorie. Gli eventi vengono realizzati nella mia abitazione, un casale del 700’ che amo descrivere ricco non di cose ma di emozioni, situato nella campagna limitrofa al corpo monastico-polironiano di San Benedetto Po. Ritengo che questa dimora sia la maggiore espressione di cultura “altra” intesa come volontà di salvare questa corte lombarda già in disuso da anni, poi recuperata grazie ad un restauro conservativo lungo e laborioso, ma che ha mantenuto inalterata la tradizionale vivibilità di un tempo permettendo di attutire i fragori di una assordante società consumistica.

Sembra quasi che queste costruzioni, una volta riportate all’originario splendore, abbiano il fascino o il potere di farti rivivere le emozioni delle generazioni passate. Ed è in questo contesto che successivamente nasce “la storia del pane” . Dopo molte ricerche riesco a ricostruire i passaggi e le varie fasi di questo rito, realizzando un prodotto che tramanda profumi e sapori scomparsi o mistificati dalle veloci lavorazioni industriali.

Tengo a precisare che i protagonisti dei vari eventi non sempre passano per le griglie ufficiali della notorietà, ma sono in sintonia con il mio modo di esternare le sensibilità che si trasformano in senso critico “agito” ed è in questa loro ricerca continua del superarsi che producono una espressività di alta qualità.

Gli artisti si incontrano e si confondono con gli ospiti, permettendo con il dialogo l’approfondimento di problematiche culturali, il tutto contraddistinto da uno scenario composto da tavoloni imbanditi con pane fatto in casa, salumi caserecci e piatti poveri ma autentici che ricalcano la più severa tradizione contadina. Questo è lo spirito che anima e muove l’iniziativa che si distingue per l’entusiasmo con il quale cerca di trasmettere una nuova filosofia di vita, dove l’arte da protagonista, detta i tempi del quotidiano.

Zeli Vincenzi